I DISTURBI DEL SONNO

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I DISTURBI DEL SONNO

Le funzioni del sonno

“Chi dorme non piglia pesci”, dice un famoso detto popolare. In realtà, le cose non stanno proprio così: il sonno è imprescindibile alla vita umana e la mancanza o cattiva qualità dello stesso può portare a conseguenze molto gravi sull’organismo. Dormire, infatti, è indispensabile per recuperare le energie fisiche, consolidare la memoria e l’apprendimento e garantire la sintesi delle proteine e di altre importanti sostanze quali l’ormone della crescita. 

La fisiologia del sonno

Il sonno è costituito dall’alternarsi ciclico di diverse fasi. In particolare, si distinguono la fase NREM ( Non Rapid Eye Movements) e REM (Rapid Eye Movement): la prima fase comprende 4 stadi che portano dall’addormentamento al sonno profondo; la fase REM, invece, è caratterizzato da movimenti oculari rapidi e irregolarità nella frequenza cardiaca e respiratoria. È proprio in quest’ultima fase che si è maggiormente predisposti all’attività onirica, ossia alla produzione di sogni. 

La durata e la qualità del sonno dipendono soprattutto dall’età: mentre i neonati dormono all’incirca 16-18 ore nell’arco della giornata, bambini e adolescenti acquisiscono un ritmo sonno-veglia regolare e necessitano approssimativamente di 9 ore di sonno; infine, in età adulta il tempo sufficiente si riduce ulteriormente sino a toccare una media di 7-8,5 ore. Anche la durata delle diverse fasi varia a seconda del periodo di vita: nei bambini la percentuale di sonno REM è del 50%, mentre negli adulti si abbassa al 25% circa. Negli anziani, invece, la qualità del sonno peggiora perché si riduce la quantità di sonno profondo. 

I disturbi del sonno

Se dormire è così importante per la salute, è facilmente intuibile come tutto ciò che interferisce con questo processo naturale sia pericoloso per il benessere della persona. Purtroppo, però, esistono numerose patologie che intaccano il sonno; esse vengono divise in due grandi macro-categorie: 

  • Le dissonnie, che comprendono tutti i disturbi legati alla quantità, alla qualità o al ritmo del sonno.
  • Le parasonnie, costituite da anomalie che avvengono durante il sonno o negli stadi di transizione sonno-veglia. 

Le dissonnie più comuni: insonnia e ipersonnia

Fra i disturbi del sonno più frequenti il primo posto spetta indubbiamente all’insonnia. Essa si diagnostica se il sonno non è sufficiente al ristoro e al riposo della persona: in altre parole, per parlare di insonnia non basta che l’individuo dorma poco, ma è indispensabile che si percepisca poco riposato al risveglio e che questo interferisca con le sue attività quotidiane. L’insonnia, inoltre, si diversifica a seconda della fase in cui avviene: se è relativa ai primi stadi del sonno si manifesta con una difficoltà nell’addormentamento; se avviene durante il sonno si definisce intermedia e comporta risvegli notturni seguiti da difficoltà a riaddormentarsi. Infine, si parla di insonnia terminale quando si verificano dei risvegli molto precoci, dopo i quali non si riesce più a riprendere sonno. 

L’insonnia è spesso derivata da altre condizioni patologiche, ma in molti casi è dovuta a variabili psicologici quali ansia, stress e fluttuazioni dell’umore. In particolare, questa patologia si associa spesso a Depressione, Disturbo Bipolare o Disturbi D’Ansia: per approfondire il tema, si consiglia di consultare il seguente link: https://www.stateofmind.it/2013/06/disturbi-sonno-depressione/

Particolarmente utile al lettore interessato potrebbe inoltre rivelarsi il libro di Enrico Rolla “Insonnia”, del quale si può trovare una recensione qui: https://www.stateofmind.it/2019/12/insonnia-rolla-recensione/. L’autore, oltre a fornire una descrizione completa e dettagliata del disturbo, suggerisce anche una procedura terapeutica per combatterlo: nel caso in cui l’insonnia non dipenda da una malattia organica, infatti, un intervento psicologico è il trattamento più indicato per la guarigione. Rolla, in particolare, ritiene fondamentale lavorare sull’ansia e sulla gestione dello stress che spesso sono all’origine di queste difficoltà, proponendo però anche una fase di psico-educazione sull’igiene del sonno e alcuni strumenti di monitoraggio rispetto al proprio modo di dormire.

In modo complementare all’insonnia, l’ipersonnia è invece quel disturbo caratterizzato da sonnolenza diurna; non si tratta di una semplice stanchezza o torpore, ma di veri e propri colpi di sonno, definiti microsleeps, durante il giorno. Si comprende l’elevato rischio che questa problematica comporta non solo per chi ne soffre ma anche per la popolazione in generale: sono molti gli incidenti stradali, infatti, dovuti proprio a colpi di sonno. Inoltre, spesso i pazienti lamentano ansia, depressione, astenia e mancanza di concentrazione. L’intervento psicologico è assolutamente doveroso in questi casi, non solo perché affrontando eventuali disturbi dell’umore si può arrivare alla soluzione del problema, ma anche perché è fondamentale offrire sostegno e supporto a queste persone, che possono risentire in modo notevole della situazione. Per saperne di più, si raccomanda la lettura di questo articolo: https://www.my-personaltrainer.it/salute/ipersonnie.html

Le parasonnie

Le parasonnie possono essere primarie, quando costituiscono dei disturbi del sonno a sé stanti, o secondarie, quando derivano da altre condizioni patologiche. 

Le parasonnie più frequenti sono il sonnambulismo, il pavor nocturnus (terrore nel sonno) e l’enuresi notturna. In generale, questi disturbi sono transitori e tendono a scomparire con la crescita; si riscontrano infatti con maggiore frequenza nei bambini. Possono però essere interpretati come campanelli d’allarme di forme di disagio più importanti, quali la depressione o l’ansia, nel caso in cui siano ricorrenti e persistenti. Se ciò accade, occorre richiedere un consulto medico e psicologico per risalire all’origine del problema e impostare un adeguato trattamento. 

Conclusione

I disturbi del sonno sono quindi complessi e multiformi; a meno che non si tratti di condizioni transitorie, possono essere altamente dannosi per l’individuo, mettendo a repentaglio la sua salute e la sua efficienza a scuola o al lavoro. Quando non derivano da altre condizioni organiche, come patologie specifiche, si consiglia sempre di consultare uno psicologo, vista l’ampia correlazione fra qualità del sonno e benessere mentale. Quando invece si tratta di disturbi secondari ad altre malattie, rivolgersi al medico è fondamentale, ma dei colloqui di counselling o psicoterapia possono essere comunque utili per attenuare l’impatto dei sintomi sulla vita e gestire in modo più efficace le proprie difficoltà.

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