La dipendenza da smartphone: il phubbing

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La dipendenza da smartphone: il phubbing

Scopri cos’è e quali danni può provocare

Phubbing: una realtà crescente
Il termine phubbing è stato da poco coniato per indicare la tendenza a trascurare e ignorare le
persone a noi vicine per controllare lo smartphone. Questa parola infatti deriva dall’unione di phone
(telefono) e snubbing (snobbare), riferendosi all’atteggiamento maleducato e irritante di guardare il
cellulare, anziché gli altri, in un contesto sociale. Il fenomeno è in effetti così diffuso che spesso
non ci si fa caso e lo si dà quasi per scontato. I dati statistici, però, suggeriscono che esso potrebbe
essere ancor più presente di quanto si creda, mostrando risultati fin poco allarmanti: James Robert e
Meredith David (nota 1), ad esempio, hanno pubblicato un interessante studio rilevando come il 46,3%
degli intervistati si sia sentito almeno una volta vittima di questo fastidioso comportamento. Un
terzo dei partecipanti, inoltre, riferiva di sentire di avere poche attenzioni dal partner proprio a causa
di episodi di phubbing e il 22,6% dichiarava che questo aveva comportato delle serie problematiche
nella relazione di coppia. Uno degli autori della ricerca, Roberts, avrebbe infatti affermato al
magazine della Baylor University: “Quel che abbiamo scoperto è che quando qualcuno percepisce
che il proprio partner lo sta ignorando dedicandosi al telefono, questo crea dei conflitti e conduce
a più bassi livelli di soddisfazione nella relazione. Questi bassi livelli portano a loro volta a minore
soddisfazione quotidiana e, magari, ad elevate soglie di depressione”. (nota2)

Le conseguenze sulle vittime
Da quest’ultima dichiarazione si può evincere come il phubbing possa generare sentimenti di
frustrazione e insoddisfazione in chi lo riceve. Del resto, chiunque avrà sicuramente sperimentato,
almeno una volta, un senso di noia e irritazione nei confronti di un collega o di un amico che ha
preferito dare un’occhiata alle notifiche piuttosto che ascoltarci. Gli studi in questo campo, infatti,
dimostrano che subire comportamenti di tal tipo mina alcuni bisogni fondamentali dell’essere
umano, come l’appartenenza, l’autostima, il senso di realizzazione e di controllo. (nota 3) Venire trascurati
e ignorati, infatti, può far nascere l’idea di non contare, di avere poco valore, di non avere il diritto e
le qualità necessarie per essere stimato ed apprezzato. Come si può leggere in un interessante
articolo della psicologa Cinzia Cefalo, (nota 4) inoltre, il fenomeno è ancora più grave se a subire il
phubbing sono dei bambini: essi infatti vengono così privati di importanti momenti di condivisione
e interazione sociale, trovandosi poi impreparati ad affrontare le relazioni interpersonali.

1 Roberts, J. A., & David, M. E. (2016). My life has become a major distraction from my cell phone: Partner phubbing
and relationship satisfaction among romantic partners. Computers in Human Behavior, 54, 134–141. doi:
10.1016/j.chb.2015.07.058
2 https://www.wired.it/attualita/tech/2015/10/01/cose-phubbing-perche-rovina-i-rapporti-sociali/?refresh_ce=
3 http://www.psicologiacontemporanea.it/blog/il-phubbing-cose-e-come-ci-fa-male/
4 https://unafinestrasullapsiche.com/2019/10/14/lo-snobbare-degli-iperconnessi-digitali-il-
phubbing/?fbclid=IwAR3uWZsKYM78O2NC6sT6t5R85R4hjziH4O_vmW7awFtcbTQQUK_4RrSMJdU

I rischi per chi compie il phubbing

Alla luce di quanto emerso, è facilmente intuibile quanto il phubbing possa rappresentare un danno
per chi lo mette in atto: il voler rimanere costantemente connesso lo porta paradossalmente ad
essere scollegato dalla realtà e poco attento ai bisogni dell’altro; così facendo, risulterà antipatico e
sgradevole agli occhi degli altri e faticherà a mantenere legami e relazioni positive. Essere troppo
attaccati al telefono, infatti, aumenta il rischio di isolamento e solitudine: pur nell’abbondanza di
contatti virtuali, chi passa il tempo sul proprio smartphone riduce via via quelli reali e autentici.
In alcuni casi, inoltre, la tendenza a controllare le notifiche e i social in modo ossessivo non è
soltanto una semplice forma di maleducazione, ma una vera e propria addiction. La dipendenza da
smartphone, che oggi vanta il nome specifico di “nomofobia”, è infatti un fenomeno crescente,
soprattutto fra i giovani, e consiste nella paura di rimanere disconnessi. Ciò provoca ansia e
depressione, mettendo anche a repentaglio la salute fisica del soggetto: l’esposizione alla luce blu
dello schermo, infatti, è causa di insonnia ed esercita effetti cancerogeni sulla pelle. Altre
conseguenze negative derivanti dall’eccesso di tempo trascorso sul cellulare sono date dalla
riduzione dell’attività fisica e dei contatti sociali, nonché dall’esposizione alle onde
elettromagnetiche. Per un approfondimento sul tema, si consiglia di visitare il sito
https://www.dipendenze.com/nomofobia/ o di leggere l’articolo “Dipendenza da smartphone e dai
social” dello psicologo Damiano Pellizzari. (nota 5) Quest’ultimo infatti spiega in modo chiaro, ma
leggero e piacevole, i meccanismi implicati in questa forma di addiction, le sue manifestazioni e i
danni conseguenti.

Il ruolo dello psicologo

Se si soffre perché spesso vittime di phubbing, perché questo ostacola le relazioni o perché si sente
di non riuscire a controllare il tempo passato sullo smartphone, è consigliabile rivolgersi ad uno
psicologo. Questo infatti aiuterà a riflettere su come comunicare in modo efficace ed assertivo per
chiedere all’altro di essere considerati; darà inoltre un supporto a livello relazionale per meglio
gestire le emozioni e le dinamiche interpersonali, effettuando, se necessario, una terapia di coppia;
infine, nel caso di nomofobia potrà impostare un trattamento personalizzato per interrompere la
dipendenza. Nel caso in cui questa coinvolga bambini o adolescenti, potrà inoltre offrire anche un
supporto ai genitori.
In conclusione, il phubbing è un fenomeno che spesso passa inosservato, ma che in realtà può avere
un forte impatto sulle nostre vite; la prevenzione e il ricorso ad un intervento mirato sono però
necessarie. Con l’occasione, segnaliamo anche una pagina Facebook creata proprio contro il
phubbing: https://www.facebook.com/Stop.Phubbing. Dateci quindi una controllata… ma non se
siete in compagnia di qualcun altro!

5 http://damianopellizzari.it/2019/07/15/dipendenza-da-smartphone-e-dai-social/
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